Sul lussuoso yacht, mia sorella è stata spinta giù dal ponte «per scherzo». Un uomo ha riso e ha urlato: «John, l’hai fatto! Ti devo cinquanta dollari!» Tutta la famiglia acquisita rideva a crepapelle come se fosse uno spettacolo, mentre mia sorella si dimenava nelle onde scure, urlando aiuto. John ha lanciato un unico salvagente in acqua, sogghignando. Nel momento stesso in cui l’ho tirata di nuovo a bordo, ho fatto una sola telefonata: «Vieni. Subito.» Che continuino a ridere — vediamo se qualcuno di loro riesce a tornare a riva.
Lo yacht, *The Neptune’s Crown*, sembrava meno un’imbarcazione e più un palcoscenico galleggiante per i peggiori impulsi degli osceni ricchi. Non era solo una barca; era un monumento all’eccesso, un colosso di settanta metri di vetroresina bianca lucida, teak levigato e pacchiane rifiniture d’oro che scintillavano sotto le stelle fredde e indifferenti. Lo champagne esclusivo […]
Продолжение...