Cinque anni dopo aver salvato un neonato abbandonato davanti alla caserma dei pompieri, una donna si presentò alla mia porta, esigendo: «Devi restituirmi mio figlio». Ricordo ancora la notte in cui lo trovai — un fragile bambino avvolto in una coperta logora, adagiato in un cesto vicino alla stazione. Era il mio turno, e il vento gelido sembrava ululare, come a piangere per quella piccola anima abbandonata dal destino.
Il vento ululava quella notte, facendo vibrare le finestre della Caserma dei Pompieri n. 14. Ero a metà turno, sorseggiando un caffè tiepido, quando Joe, il mio compagno, entrò. Aveva il solito sorrisetto sul viso. (Un pompiere beve il caffè | Fonte: Midjourney) «Amico, con quella roba ti farai venire un’ulcera», scherzò, indicando la mia […]
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