Allo zoo, una bambina rideva mentre giocava con una lontra, accarezzandone delicatamente il pelo bagnato mentre l’animale si strofinava contro la sua mano. La scena scioglieva il cuore di tutti. Ma poi un membro dello staff dello zoo si avvicinò ai genitori e disse a bassa voce: «Dovreste portare subito vostra figlia da un dottore.»
Quella mattina, la famiglia era andata in uno zoo didattico – un posto magico dove i bambini potevano dare da mangiare agli animali, toccarli e giocare con loro.
Per la bambina era come entrare in un sogno.
«Mamma, guarda che tartaruga enorme!» strillò, correndo da un recinto all’altro.
«Papà, possiamo prendere dei conigli come questi? Sono morbidissimi!»
I genitori ridevano, felici di vederla così piena di gioia.
Quando arrivarono all’habitat delle lontre, la bambina si fermò di colpo, il viso illuminato dall’entusiasmo.
«Mamma, guarda! Sta venendo verso di me!»
Una lontra nuotò fino a lei, salì su una roccia vicina e allungò le sue zampette. La bambina si accucciò, ridacchiando, e iniziò ad accarezzare piano il suo manto lucido. La lontra non si ritrasse, anzi: si strinse contro il suo ginocchio, fremendo con i baffi in modo curioso.
Le persone di passaggio si fermarono a guardare quella scena adorabile. Nell’aria c’erano sorrisi e risatine.
Poi, all’improvviso, il comportamento della lontra cambiò. Smette di giocare, iniziò a girare nervosamente in tondo e poi tornò a nuotare verso la bambina. Le toccò la pancia con una zampetta, poi si tuffò di nuovo, riemerse e iniziò a battere sulla roccia con agitazione.
«Sembra che si sia stancata,» rise il padre.
«Dai tesoro, andiamo a vedere l’altro.»
Mentre si allontanavano, un uomo con la divisa dello zoo si affrettò verso di loro.
«Mi scusate,» disse con gentilezza. «Eravate voi poco fa al recinto delle lontre con Luna?»
«Sì,» rispose la madre sorridendo. «È dolcissima.»
L’uomo annuì, ma sembrava a disagio.
«Per favore, non voglio spaventarvi,» disse abbassando la voce, «ma vi consiglierei di portare vostra figlia da un dottore… solo per sicurezza.»
I genitori si bloccarono.
«Cosa? Perché? È successo qualcosa? È per via della lontra?»
Il guardiano scosse la testa.
«No, no, affatto. È che… Luna è molto speciale. È con noi da anni e ha dimostrato un’abilità insolita. Ogni volta che un visitatore – soprattutto un bambino – non stava bene, lei si comportava esattamente come oggi.»
La madre impallidì. «Non stava bene? Che cosa vuole dire?»
L’uomo esitò, poi continuò a bassa voce.
«C’era stato un bambino, tempo fa. Luna si era comportata allo stesso modo con lui: annusava, gli girava intorno, gli toccava la pancia. Più tardi, i medici hanno scoperto che aveva un tumore in fase iniziale. In qualche modo lei sembra percepire cose… che noi non vediamo.»
I genitori rimasero senza parole. Avrebbero voluto liquidarlo come una strana coincidenza, ma la paura era lì, sottile. Il mattino dopo andarono subito in ospedale.
Dopo una visita completa, il dottore entrò con un’espressione calma ma grave.
«Avete fatto bene a venire,» disse. «Abbiamo individuato la malattia molto presto. Possiamo iniziare subito la cura.»
Qualche settimana dopo, quando la bambina aveva già iniziato a migliorare, la famiglia tornò allo zoo. La piccola corse dritta al recinto delle lontre.
Luna nuotò di nuovo fino alla roccia e schizzò piano. La bambina si sporse e, con un sorriso, sussurrò:
«Grazie, Luna.»

 
	 
						 
						